Le problematiche dei sistemi a membrana semplice sono state tecnologicamente superate con l’innovazione apportata dai sistemi a membrana auto formante (SFDM) dove un ruolo fondamentale è svolto dalle sostanze presenti nel refluo. I vantaggi apportati da questa tecnologia tra cui l’alta capacità di trattamento, il basso fabbisogno energetico e l’abbattimento dei costi determinato dal materiale di supporto della membrana (Xiong et al., 2016), come una rete di materiale inerte, plastica, tessuto non tessuto con una dimensione dei pori in un intervallo di 10-500 μm (Millanar-Marfa et al., 2021), hanno scosso in maniera rilevante la comunità scientifica a tal punto da orientare il pensiero politico all’utilizzazione di queste tecnologie per il trattamento delle acque reflue civili (Salerno et al., 2017).