Le bioplastiche e la loro produzione
La produzione a partire da risorse rinnovabili, sia da biomasse che da biopolimeri, ha rappresentato da sempre la maggiore attrattiva delle Bioplastiche (BPLs); soprattutto per la notevole variabilità della natura di queste risorse, e di conseguenza nella mutevolezza degli utilizzi che si possono ricavare dalle diverse BPLs.
Le Bioplastiche vengono distinte in cinque famiglie in base al loro materiale d'origine:: a base di Amido, a base di Cellulosa, a base Proteica, a base Alifatica ed a base organica \cite{sa2016}.
Tuttavia, nonostante gli innegabili aspetti positivi e miglioramenti rispetto alle classiche plastiche a base di petrolio, considerate le principali responsabili dell’inquinamento con una stima di 269,000 tonnellate di plastica (Eriksen, 2014) che attualmente navigano gli oceani, bisogna ricordare che, malgrado la loro origine a partire da fonti rinnovabili, e la loro decomposizione principalmente in acqua ed anidride carbonica, non tutta la bioplastica riesce ad essere completamente smaltita senza danni all’ambiente \cite{al2019}. Ed è per questo che la classificazione più utilizzata si basa sulla biodegradabilità delle stesse . Le plastiche, in generale, possono essere di origine biologica o fossile, entrambe biodegradabili e non biodegradabili; in particolare, le plastiche non biodegradabili di origine fossile sono le plastiche convenzionali (da petrolio) mentre le altre sono bioplastiche.