Conclusioni
L’obiettivo del questionario è stato quello di quantificare, seppure in
modo approssimativo, la presenza di alcuni aspetti delle famiglie degli
assistiti che sono riportati dalla letteratura scientifica e che hanno
avuto conferma nei focus group condotti preliminarmente.
A coloro che si occupano di medicina del territorio è noto che le
famiglie, in genere, collaborano con il MMG nella cura e nell’assistenza
dei propri membri e per questo ci è sembrato utile ed opportuno tentare
di quantificare quanto questo fenomeno sia diffuso all’interno di un
campione di MMG. Precisiamo subito che il campione non ha un valore
statistico poiché è stato selezionato secondo un criterio di
partecipazione spontanea da parte di MMG invitati via mail e non
stratificato poiché ,come già segnalato, alcuni vincoli legati alla
privacy non hanno consentito tale operazione.
Ciononostante, riteniamo che i risultati ottenuti siano interessanti in
quanto riguardano quantificazioni e valutazioni fatte da MMG ad un
livello diverso dal solito, a mezza strada fra quello individuale, cui
sono da sempre abituati e quello di popolazione di cui si occupano più
frequentemente altri attori del sistema socio-sanitario. Un livello
intermedio che si aggiunge e non si sostituisce agli altri, così come un
obiettivo a focale variabile, uno zoom, riesce a mettere a fuoco sia il
vicino che il lontano, riprendendo la metafora dell’introduzione. La
famiglia rappresenta questo livello intermedio, la cui analisi può
aiutare sia i professionisti della salute interessati, sia coloro che, a
qualsiasi titolo, prendono decisioni ed agiscono nel contesto della
medicina del territorio.
Dalle risposte ottenute, emerge che generalmente il Medico di Medicina
generale ritiene la gran parte delle famiglie da lui assistite
collaboranti e che i fattori più importanti di tale collaborazione sono
rappresentati dalla presenza di legami e valori forti nella famiglia e
dalla fiducia nel proprio Medico mentre l’aspetto che più caratterizza
le poche famiglie che ostacolano l’operato del MMG è la scarsa
solidarietà fra i membri delle stesse.
Sull’importanza della cultura della famiglia, nel senso più ampio del
termine, nella gestione della malattia di un familiare i MMG si sono
espressi in maniera quasi plebiscitaria graduando tale importanza fra
l’essere significativa o addirittura determinante.
Infine, interpellati sulla rilevanza di alcuni fattori sociali, come la
famiglia di appartenenza, la cerchia sociale e i mass-media,
nell’influenzare le decisioni del paziente, i MMG hanno attribuito
grande rilevanza alla famiglia di appartenenza mentre sembrerebbe venire
un po’ ridimensionata quella dei media, contrariamente all’opinione
diffusa.
Altre ricerche sarebbero opportune sia per approfondire ulteriormente
questi primi dati presso i MMG che sono sicuramente la fonte informativa
più diretta e pertinente ma non si dovrebbe trascurare l’altro versante
della relazione sanitaria ossia le famiglie stesse, che potrebbero a
loro volta esprimere il proprio punto di vista.
Tutto ciò, come più volte ribadito, non mette in discussione l’assoluta
centralità del rapporto medico-assistito, prioritario nel poter
stabilire le migliori scelte terapeutiche ed assistenziali ma
semplicemente fornisce un’ulteriore chiave di lettura della medicina
territoriale.