Conclusioni
Proviamo adesso ad esporre in termini meno astratti cosa vuol dire l’espressione algebrica ottenuta, PF = BS + BA + as.
L’equazione afferma che la fragilità dei pazienti elencati dai MMG può essere causata dalla polipatologia e/o politerapia assieme (AND) alla solitudine ( assenza di conviventi e rete sociale attiva) senza che siano necessarie altre cause, oppure (OR) dalla polipatologia e/o politerapia anche (AND) in un paziente pienamente autonomo,oppure (OR) in un paziente non autonomo anche (AND) se convivente con qualcuno.
Naturalmente ci possono essere altre combinazioni in altri casi empirici di pazienti considerati fragili ma l’uso dell’Analisi Quantitativa Comparata enfatizza l’aspetto congiunturale e multiplo delle cause in quanto esse sono combinazioni di fattori e molte di queste combinazioni possono dare lo stesso risultato.
Da una ricerca convenzionale sul paziente fragile ci si può aspettare un’equazione che spieghi quanto la fragilità sia dovuta, rispettivamente, alla polipatologia, alla politerapia, alla disabilità, alla solitudine o alla povertà. Con un classico metodo quantitativo quando si esaminano casi diversi di pazienti fragili i valori delle variabili possono cambiare ma la struttura dell’equazione deve rimanere la stessa, pena la sua validità.
Nell’analisi booleana ci si aspetta invece di trovare più di un insieme di condizioni che diano come risultato la fragilità di un paziente. Fattori diversi possono combinarsi fra loro in modi diversi, perfino contradditori, dando risultati simili e poiché può accadere che non tutte le condizioni necessarie ad una spiegazione siano considerate, allora la spiegazione può non tener conto di tutti i casi.11Becker H.S., (op.cit.)
Nello studio qui riportato, i fattori causali sono quelli indicati dai MMG per i casi empirici di pazienti fragili da essi individuati e l’espressione ottenuta si riferisce ad essi, ciò non toglie che altri MMG potrebbero includere altre cause per la fragilità che però non andrebbero ad inficiare la validità del metodo ma semplicemente allargherebbero la “rosa” delle possibili combinazioni. Il metodo utilizzato nell’AQC non fornisce una spiegazione della fragilità ma aiuta a comprendere, nel senso letterale di prendere assieme, le varie coincidenze congiunturali delle cause.
Oltre a sottolineare questo aspetto congiunturale, l’AQC mediante l’utilizzo della tavola di verità, garantisce all’analista che non venga trascurata nessuna delle combinazioni di cause logicamente possibili.
Il carattere olistico dell’AQC consente di guardare alle cause che determinano il paziente fragile in termini combinatori, come un tutto, e non come semplice sommatoria di fattori diversi ed anche il confronto fra le varie cause avviene in modo olistico.
Inoltre, basandosi sull’algebra booleana, l’approccio dell’AQC procede induttivamente, secondo una traiettoria bottom-up , semplificando la complessità dei casi di PF considerati, in modo metodico e graduale.
Infine, la possibilità di esprimere le condizioni causali in termini di necessità e sufficienza facilita l’analisi comparativa soprattutto in quelle situazioni in cui cause diverse possono dare risultati simili o uguali.
In conclusione, si può affermare che la AQC può risultare utile anche in ambiti come quello medico nel quale sono frequenti le situazioni complesse che vanno affrontate in modo olistico per poter ridurne la complessità a favore di un’analisi più efficace.
Saranno necessarie ulteriori verifiche della sua applicazione in questo campo, magari in situazioni cliniche e socio-sanitarie maggiormente definite e consolidate rispetto a quella del paziente fragile, che comunque resta un ambito nel quale l’ AQC dimostra di poter fornire uno strumento valido di gestione della complessità.
Ringraziamenti: desidero ringraziare i medici di Medicina Generale Mariateresa Gallea, Francesca Mungo, Francesco Cavasin, Umberto De Conto e Stefano Ivis per la collaborazione offerta.
                                                                           
  1.  Zucchelli G., Silvi G., La fragilità dell’anziano , Livorno, Debatte editore, 2001  
  2. Gobbens RJJ, Luijkx KG, Wijnen-Sponselee M, et al.Insearch of an integral conceptual definition of frailty:opinions of experts. J Am Med Dir Assoc 2010;11:338-43.